26° Gruppo Sqd. ALE “Giove”- origini e vicende organiche

Giovanni Falchi, pilota del “26°Giove”, scrive di questo reparto:

Il 26° Giove della Folgore!!!! Un piccolo gruppo di volo hangarato, diciamo appoggiato nel più vecchio hangar dell’aeroporto di Pisa laddove per aprire la porta degli uffici dovevi quasi spostare l’elicottero perché spazio non c’era, eravamo precari, ospiti a volte graditi a volte meno ma con piani progettuali pronti per una nuova struttura ovviamente mai realizzati

Il limitato spazio ci obbligava a vivere in simbiosi sana con gli elicotteri tanto da ricordarne dopo anni il particolare odore dei suoi sedili, delle sue lamiere e del motore così come un paracadutista ricorderà per sempre l’odore della tela del paracadute e del suo equipaggiamento; sensazioni olfattive indimenticabili!!. Che tempi, che missioni, che voli, che spirito di corpo, che emozioni, che esperienza, che colleghi, che truppa, che unicità d’intenti con la Folgore e che errore chiuderlo a Pisa, centro strategico in tutti i sensi …”The time will tell” ma già ne parliamo e ne parlano! Un reparto con quelle caratteristiche umane e professionali, unito nello spirito e nelle motivazioni anche per l’esperienza della doppia specialità di molti suoi equipaggi e/o dall’orgoglio di appartenere alla brigata Folgore non è facile da ricreare. Tutto ciò gli conferiva quel qualcosa in più che faceva la differenza in ogni missione di volo sia essa in montagna, sul mare e tra boschi, canali, fiumi e linee elettriche. La conoscenza scrupolosa e approfondita dei propri aeromobili e l’addestramento finalizzato ad aumentare giornalmente le capacità operative, rendevano il Gruppo sempre pronto a partire sia di giorno che di notte per qualsiasi missione e con minimi preavvisi. Il volo era ovviamente quasi sempre in volo tattico; si partiva con il VoBA (Volo Bassa Altezza) e poi al VoSO (Sopra gli Ostacoli) e VoTO (Tra gli Ostacoli). Al tempo non c’erano i visori NVG e il GPS, si navigava con le carte 1/250.000 per tratte in VoBA e le carte del terrestre cioè le 1/100.000 e le tavolette 1/25.000 per il VoSO e VoTO, nostro pane quotidiano; non c’erano i cellulari e nemmeno le App per le meteo ma solo Bernacca la sera prima o metar e taf degli aeroporti, per noi poco utili, giacché le nostre destinazioni erano quasi sempre piccole aree nei e tra boschi e fratte di vario o sbarchi dall’hovering. Praticamente si volava sempre e ogni pilota conosceva perfettamente ogni valle e ostacolo per attraversare gli appennini sia verso nord che verso est. Ho ancora ricordi chiari della valle Porrettana e stampato nella mente le innumerevoli linee elettriche italiane del tempo utili anche oggi quando volicchio per diporto.

Non potevi sbagliare, non dovevi sbagliare, altrimenti venivi “sputtanato” e inviato 15 giorni al Gr. Art della Folgore a fare un ripasso topografico

L’utilizzo intelligente del Tugrit Service e dell’integrazione radio filo (radio TOM) nazionale dislocate in vari centri quotati ci permettevano sempre un collegamento sicuro laddove gli enti di controllo non potevano riceverci visto la bassa altezza dei nostri voli. Due o tre volte l’anno riempivamo un C-130 e tutto il 26° Gruppo Giove si lanciava con il paracadute; eravamo autonomi anche in questo con i nostri Direttori di lancio e di esercitazione. Poi un bel giorno a qualcuno venne la geniale idea di volere cambiare per migliorare ma alla fine, cioè all’italiana maniera, tutto è andato come non doveva, come non volevamo. La Brigata Folgore ha perso, cioè perse il suo esclusivo Gruppo di volo e conseguentemente un’importante capacità tattica operativa peraltro dislocata a pochi kilometri di distanza da ogni suo reggimento.

Di questo un po’ di colpe ce l’ha anche lei, cioè la Folgore che non ha avuto la forza o la volontà di tenersela ovvero di non perderla anche se, e a sua discolpa, quegli anni erano gli anni del dopo Somalia e la Folgore era sotto attacco mediatico.

Un grazie ancora di cuore a tutti gli amici colleghi che sono riusciti a inserire nel museo della Folgore un elicottero, anzi l’elicottero, cioè l’AB 205 quale simbolo migliore per evocare il 26° Gruppo di volo Giove e gli indimenticabili anni vissuti in simbiosi con la Folgore stessa.

Ho voluto riportare questo scritto, tratto da Facebook, in quanto ritengo descriva in maniera schietta il profilo operativo del reparto e di chi ha avuto la Fortuna e l’ Onore di farne parte.

Roberto Marchetti