Operazione ISAF a Kabul (Afganistan)
(A livello Compagnia dal 23 dicembre 2001 al 5 aprile 2002}
Dopo lo storico attacco perpetrato e condotto da elementi del terrorismo fondamentalista islamico, avvenuto l’11 settembre 2001 con l’abbattimento delle Torri Gemelle a New York e con l’attacco al Pentagono, gli Stati Uniti iniziarono un’importante attività di contrasto al fenomeno del terrorismo, consistente nella ricerca e neutralizzazione in Afghanistan dei responsabili delle iniziative terroristiche mediante l’impiego dello strumento militare, attribuendogli il carattere della multinazionalità. L’operazione militare fu denominata “ENDURING FREEDOM”. In questo ambito venne prospettata l’ulteriore esigenza di assistere e sostenere il nuovo Governo Afgano situato nella capitale Kabul. Tale attività prese la denominazione di Operazione “ISAF” (International Security Assistence Force) a cui parteciparono anche le Forze Armate Italiane.
In questo ampio scenario, pervaso da un diffuso senso d’incertezza e tensione mondiale, si inserì l’attività svolta dal Comando del 6° Reggimento di Manovra che, nella prima decade di novembre del 2001, ricevette dalla Brigata Logistica di Proiezione, il compito di organizzare la struttura logistica da proiettare in Afghanistan per l’apertura del nuovo Teatro Operativo, costituendo il Comando e i Moduli del Gruppo Supporto di Aderenza (GSA), attingendo il personale e i mezzi anche dal 1° Reggimento di Manovra, dal 10° Reggimento Trasporti e dal Battaglione Logistico “Ariete” per il successivo dispiegamento nella città di Kabul, in sostegno ad una Task Force, costituita su base Brigata Garibaldi, la cui missione era quella di proteggere tutta l’area di schieramento del Comando Divisionale dell’Operazione ISAF. Il principale problema che il Comando del 6° Reggimento di Manovra dovette subito risolvere, era rappresentato del fatto che lo strumento logistico da assemblare doveva essere proiettato solo ed esclusivamente con vettori aerei, il che significava costituire dei moduli operativi estremamente compatti, trasportabili e funzionali, ma soprattutto aderenti alle esigenze dei Reparti del Contingente da sostenere e supportare in zona d’operazione.
Nei giorni 24, 29 e 30 dicembre 2001 gli uomini ed i mezzi del Reggimento partirono dalla sede stanziale con tre autocolonne per posizionarsi presso la Caserma “‘CUCCI” della Brigata Garibaldi, designata quale “Mounting Area”, in Persano (SA). Presso tale caserma, il personale del Reggimento coordinò il completamento degli assetti e dei moduli operativi del “costituendo” Gruppo Supporto di Aderenza i cui uomini, mezzi e materiali giunsero da ogni parte d’Italia. A partire dalla metà di gennaio 2002, gli assetti e i moduli operativi furono proiettati nella Zona di Operazioni afgana, distante circa 7000 Km a bordo di velivoli militari C 130 e di velivoli commerciali Antonov-A124 e Yliuscin-76. La zona di schieramento del Contingente Italiano venne stabilita presso la “Caserma 57” (successivamente intitolata alla memoria del Ten.Col. Calò) situata alla periferia di Kabul, a circa 15 km dal centro città, sulla Strada Nazionale n°l Kabul-Jalalabad.
Il difficile contesto iniziale, in cui operarono e mossero gli uomini del Reggimento e che caratterizzò le fasi iniziali dell’operazione, venne fortemente condizionato da quattro importanti fattori: l’iniziale diffidenza della popolazione locale nei confronti dei militari occidentali, confusi con gli “ex invasori” Russi, l’assenza di servizi e strutture idonee per lo schieramento del contingente, le condizioni di “totale miseria” in cui versava l’intera popolazione di Kabul, e l’ancora non “ben collaudata” stabilità politica del Governo Afgano in carica. Pertanto, una delle preminenti attività che il Contingente Italiano effettuò, per tutta la durata della fase condotta del deployment, fu la gestione dell’afflusso del personale, mezzi e materiali presso il “Kabul Intenational Airport” designato quale “APOD” (Aerial Port Of Debarkation), distrutto dalla guerra e privo di ogni struttura e servizio. Questa impegnativa ed inderogabile attività fu svolta dal GSA, che ebbe nel personale del 6° Reggimento, in concorso con quello del Modulo Gestione Transito, i punti di riferimento per l’attività di direzione ed esecuzione, della ricezione, del ritiro e della consegna di tutti i mezzi e materiali in afflusso con i vettori aerei. A tal proposito, si ritiene opportuno ricordare che nella sola fase iniziale del dispiegamento del contingente che terminò agli inizi di Marzo 2002, furono ricevuti 15 Antonov-124 e 13 Yliuschin-76 che avevano trasportato veicoli, containers, shelters ed equipaggiamenti per quasi 1500 ton di peso.
Contemporaneamente all’arrivo dei mezzi e materiali, il Modulo “Supporto allo Schieramento” (interamente composto da volontari in servizio permanente del Reggimento e comandati dal 1 °M.llo Angelo Perna) ebbe, in considerazione del rigido inverno afgano, “l’indifferibile” compito di ripristinare e condizionare al più presto una palazzina della “Caserma 57” ad alloggiamenti ed uffici del Contingente, posizionandovi esternamente due sale mensa con tende pneumatiche 12 x 8, e numerosi shelters cucina, panificio e servizi igienici.
Assicurò il perfetto e continuo funzionamento delle “fondamentali” stazioni di energia, della rete di distribuzione dell’energia elettrica e dell’acqua. Degno di nota e motivo d’orgoglio, il supporto fornito a favore degli altri Contingenti stranieri con i nostri mezzi d’opera speciali.
Inoltre, ad avvenuta sistemazione del contingente, il personale del Reggimento svolse, in concorso con il Modulo Trasporti, una fondamentale attività di movimentazione dei materiali e degli aiuti umanitari dall’APOD ai punti di raccolta situati nelle zone più svariate di Kabul a supporto delle organizzazioni non governative ed in particolare di EMERGENCY. Solo nella primavera del 2002, agli inizi di Maggio, dopo un inverno rigido, difficile ed impegnativo per il personale del 6° Reggimento di Manovra si concluse l’operazione ISAF. Ai Reparti in avvicendamento venne lasciata una situazione infrastrutturale confortevole ed una organizzazione logistica calibrata, funzionale ma sopratutto “non subalterna e dipendente” dagli altri Contingenti partecipanti.
È doveroso esprimere un “grazie sentito” a tutti i partecipanti all’Operazione ISAF, ed in particolare al 1° M.llo Angelo Perna, la cui opera si conferma ancora una volta utilissima ed indispensabile e tale comunque da aver permesso di conseguire con successo gli ardui obiettivi affidati ed il cui contributo si è rivelato essenziale fin dalla fase concettuale dell’Operazione.
Cap. tramat. par. Giuseppe Gaetani