La Croce Rossa “armata”

Foto: rielaborazione di una cartolina appartenente ad una raccolta privata

La Croce Rossa “armata” nella Caserma di Via Roma all’Inizio del XX Secolo

Questa immagine, risalente ai primi anni del Novecento, ritrae il cortile della caserma di via Roma, all’epoca sede del 22° Reggimento di Fanteria. In primo piano si distinguono alcuni militi della Croce Rossa, armati nonostante il loro compito fosse il soccorso ai feriti.

Vari regolamenti si erano succeduti nel tempo per i volontari attivi della CRI, a partire dal “Regolamento pel tempo di guerra del 1888-1889” con l’equiparazione delle loro varie qualifiche ai gradi del R. Esercito, poi con aggiornamenti al regolamento nel 1903, ed infine nel 1907 con l’adozione delle stellette a cinque punte sormontate dal tondo di Croce Rossa da portare al bavero, simbolo al contempo dell’assoggettamento alla disciplina militare ed alla missione di Croce Rossa.

Il personale volontario attivo per eseguire la missione di Croce Rossa era così organizzato militarmente in quanto con l’esercito doveva convivere in tempo di guerra e perché qualsiasi ogni altro sforzo in tempo di pace necessitava di disciplina.

Gli ufficiali, medici ed assistenti amministrativi, avevano in dotazione la sciabola d’ordinanza del Regio Esercito, modello Fanteria, e la pistola a rotazione modello 1874 o 1889, mentre il restante personale volontario dei ruoli di assistenza della Croce Rossa Italiana, graduati e militi, aveva in dotazione il moschetto vetterli-vitali mod. 1870, con pacchetti da caricamento da quattro cartucce, armamento un po’ vetusto che anni prima era in dotazione ai R. Carabinieri.

Questi volontari della Croce Rossa Italiana, Comitato di Sezione di Pisa, oltre che ben preparati per il soccorso sanitario, si addestravano quindi presso la Caserma Umberto I anche alla disciplina militare ed all’uso di quell’armamento di dotazione: armi da usare solo per la difesa personale, per la difesa dei feriti, delle unità e dotazioni sanitarie, come era previsto già da allora nella Convenzione di Ginevra e riaffermato anche oggi nel testo, della I^ e della II^ Convenzione di Ginevra del 1949, vigente ai nostri giorni1

In base alla foggia delle uniformi raffigurate in questa cartolina si possono evidenziare la presenza di tre distinte colorazioni, ma quella che risalta all’occhio è la tenuta grigio marrone, che venne indossata dai volontari della C.R.I. in occasione della loro missione nella guerra Italo-Turca,  Libia 1911. Approfondimenti per gli appassionati di storia sono riportati nell’opera del compianto Col. CRI Giampiero ALESSANDRO e del Magg. CRI Alberto BIAGINI, in “Storia dei militi della Croce Rossa Italiana in Toscana con particolare riferimento alla guerra di Libia” pubblicato in Storia della Croce Rossa in Toscana dalla Nascita al 1914, I. Studi, Edizioni Franco Angeli, Milano, 2016.

La Croce Rossa Italiana di Pisa dalla sua istituzione fu dapprima un Sottocomitato di Sezione e successivamente divenne Comitato di Sezione, sotto l’ VIII Circoscrizione di Firenze. I Comitati di Sezione della C.R.I. erano istituiti in quelle città dove aveva sede un Comando di Divisione del Regio Esercito così come era a Pisa, ed in base all’allora vigente organizzazione della C.R.I. era con tale Comando militare che la Croce Rossa si doveva rapportare per quella parte di addestramento riguardante la disciplina militare e l’uso delle armi “al fine che i volontari potessero essere in grado di prestare il loro servizio di Croce Rossa al seguito dell’esercito operante”. Tali sessioni di addestramento periodico erano definite “raduni dei militi della Croce Rossa”.

E’ con quasi assoluta certezza che i volontari ritratti in addestramento nel cortile della Caserma di Via Roma, allora Caserma Umberto I, fecero parte del contingente della C.R.I. di Pisa che partecipò alle operazioni nella guerra di Libia del 1911. Pisa inviò, oltre che a personale volontario, anche equipaggiamenti sanitari: un’ambulanza attendata ed un posto di medicazione, ma giunti in zona di operazioni in Libia le cose divennero difficili ed i militi della C.R.I. subirono il battesimo del fuoco dal 23 al 26 ottobre 1911, con cospicue perdite di materiali sanitari e di equipaggiamenti, in quegli attacchi del nemico portati proprio contro la Croce Rossa stessa. Fortunatamente, e grazie anche al loro addestramento, quel contingente di volontari pisani, con l’eccezione di alcuni trattenuti in servizio rientrati in Patria più tardi, tornò  sano e salvo a Pisa a partire dal 10 gennaio 1912. La città di Pisa volle tributare in quell’occasione un grato caloroso omaggio al loro rientro, come descritto nelle cronache dell’edizione del settimanale “Il Ponte di Pisa” del 14 gennaio 1912.

Degli attacchi subiti in Libia nel 1911 e della perdita di alcune unità sanitarie restano le vestigia riportate in patria della bandiera di croce rossa.

     Roberto Marchetti

Un particolare ringraziamento al Capitano com. Giuseppe Antonio CACCIATORE, del ruolo di riserva nel Corpo Militare C.R.I., CdM Firenze, N.A.A.PRO. Pisa, Gruppo Storia CRI Pisa, per la fattiva collaborazione nella  ricostruzione di questa attività storica della Caserma Umberto I.

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1 Art. 26 della I^ Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 e Art. 35 della II^ Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949.

 

 

Cimeli C.R.l. copia foto riproduzioni di vecchi quadretti.
Pubblicazione originale: in “la Croce Rossa Italiana (Memoria Popolare)” Editore L. Di A. Di Capua, Roma, 1915, pag. 28.
Documento in Protocollo informatico n°5488/2014 Archivio C.R.I. Pisa.