Vito Artale

Vito Artale

Vito Artale (Palermo, 3 marzo 1882 – Roma, 24 marzo 1944) nacque in una famiglia che avrebbe nutrito la sua vocazione militare. Ammesso all’Accademia Reale di Torino nel 1902, nel 1905 venne nominato sottotenente di artiglieria, avviando una carriera costellata da incarichi di crescente responsabilità. Nel 1908, con il grado di tenente, fu assegnato al 3º reggimento da fortezza, distinguendosi per la sua preparazione tecnica e la disciplina. Partecipò alla guerra italo-turca tra il 1911 e il 1913, durante la quale ottenne una medaglia di bronzo al valor militare per la brillante direzione dei tiri della sua batteria durante la conquista di Sidi Said. Terminata questa esperienza, ricoprì l’incarico di addetto militare presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino, dove affinò ulteriormente le sue competenze diplomatiche e strategiche. Con l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale nel 1915, Artale si distinse ancora, dapprima come capitano e successivamente come maggiore nel 1917, occupando ruoli di comando di crescente importanza tra cui quello presso il Comando della difesa Garda-Mincio, il 122º e il 167º gruppo d’assedio e il Corpo Volontari gruppo d’assedio. Partecipò anche all’armistizio come membro della commissione di controllo dell’8ª Armata. Per il suo servizio durante il conflitto, fu decorato con la Croce di guerra al valor militare, riconoscimento del suo coraggio e della sua capacità di mantenere ordine e risolutezza in momenti critici.

Nel periodo postbellico, Artale proseguì nella sua brillante carriera militare e tecnica. Nel 1926 venne promosso tenente colonnello e assunse il comando dell’11° centro contraerei. Successivamente, entrò nel servizio tecnico di artiglieria, divenendo vicedirettore della Fabbrica d’armi di Terni nel 1929 e ricoprendo incarichi analoghi nello spolettificio di Roma e nel Laboratorio di precisione dell’Esercito, del quale divenne direttore. La sua carriera proseguì ininterrotta: nel 1937, con il grado di colonnello, assunse la direzione della Vetreria d’ottica, un incarico che mantenne anche quando venne promosso maggior generale nel 1938 e poi tenente generale nel 1939. Sebbene passato alla riserva nel marzo 1940, rimase attivo per la sua indispensabilità nei ruoli tecnici strategici. Dopo l’occupazione tedesca di Roma nel settembre 1943, Artale aderì al Fronte militare clandestino, unendosi alla Resistenza. Con grande coraggio e rischiando la propria vita, coordinò operazioni di sabotaggio presso la Vetreria d’ottica, mettendo in salvo materiali e documenti di valore strategico per sottrarli ai nazisti e sabotando impianti vitali per l’occupante. Scoperto e arrestato nel dicembre del 1943, venne imprigionato per oltre tre mesi, durante i quali sopportò con fermezza interrogatori e privazioni. Il 24 marzo 1944, fu barbaramente trucidato dai nazisti alle Fosse Ardeatine, sacrificando la sua vita per la patria.

Alla memoria di Vito Artale è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare, che celebra la sua dedizione, il suo spirito di sacrificio e il suo straordinario senso del dovere. La sua figura, esempio di attaccamento alla patria e di fermezza d’animo, è ricordata attraverso numerose intitolazioni di caserme, strade e istituzioni in tutta Italia. Decorato anche con la Medaglia di bronzo al valor militare e con la Croce di guerra al valor militare, Artale ha lasciato un’eredità di coraggio e abnegazione che continua a ispirare le generazioni successive.

Roberto Marchetti

 

Onorificenze
Medaglia d’oro al valor militare alla memoria
«Dirigente delle Vetrerie d’ottica del R.E. che con appassionata, intelligente abnegazione aveva portato ad alto grado di perfezione produttiva, svolse subito, dopo l’occupazione di Roma, in collaborazione con i suoi fidi, intensa attività allo scopo di mettere in salvo e sottrarre alla furia distruttrice e spogliatrice nazifascista, documenti e materiali di cospicuo valore militare e civile e di rendere inutilizzabili apparecchiature e macchine. Tale azione di sabotaggio, compiuta con temerità sdegnosa di ogni prudenza, sotto gli occhi dei tedeschi e negli stessi locali da essi presidiati, sospettata prima, scoperta poi, condusse al suo arresto. Dopo tre mesi e mezzo di carcere serenamente sopportato, il 24 marzo 1944, fu trucidato alle Fosse Ardeatine. Esempio luminoso di attaccamento al dovere, di senso di responsabilità e di fortezza d’animo spinta fino al sacrificio della vita coscientemente immolata nell’esaltazione fervida dell’ideale supremo della Patria.»
Roma, 8 settembre 1943-24 marzo 1944.

Medaglia di bronzo al valor militare
«Per avere con intelligenza diretto i tiri della propria batteria nei combattimenti.»
Conquista di Sidi Said, 26-27 e specialmente 28 luglio 1912

Croce di guerra al valor militare
«Maggiore 35° artiglieria da campagna, tenne contegno energico e risoluto durante un critico momento dell’azione, contribuendo a ristabilire l’ordine e la calma in taluni reparti.»
Cavriè-Valdrigo, 19 giugno 1918.

Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Immagine: tratta da Wikipedia