66° Battaglione “Valtellina”

“Osando vinco”

Il 66° Reggimento fanteria “TRIESTE” trae le sue origini dal 66° Reggimento fanteria costituitosi nel 1862 ed ha il suo battesimo del fuoco durante la Terza Guerra d’Indipendenza, nella battaglia di Custoza.
Partecipa alla 1^ Guerra Mondiale combattendo sul fronte Giulio, a Cima Tre Pozzi, in Val d’Assa e meritando, come tutta la fanteria italiana, la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.

Durante la 2^ Guerra Mondiale, inquadrato nella 101^ divisione “Trieste” partecipa alla campagna in Africa settentrionale, contendendo il terreno all’8^ armata da El Alamein alla Tunisia dove, durante la battaglia di Takrouna, il 1° Battaglione al comando del Capitano Mario Politi, si copre di gloria tenendo in scacco una divisione nemica per diversi giorni e cedendo soltanto dopo aver terminato le munizioni, meritando così la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

Il 66° viene ricostituito in Forlì il 1° Ottobre 1975, come 66° battaglione meccanizzato “Valtellina”, per ridenominazione del 2° battaglione del 40° reggimento fanteria “Bologna” ed è inquadrato nella Brigata Meccanizzata “Trieste” della Divisione Meccanizzata “Folgore”.
Nel 1980 il battaglione interviene a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in provincia di Salerno, meritando la Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito e nel 1983 è impiegato in Libano con il contingente ITALCON.

Sciolta la Divisione Meccanizzata “Folgore” nel 1986, la “Trieste” si scioglie a sua volta nel 1991 e lascia il posto alla Brigata “Friuli” nella quale entra il 66°.

Impegnato con i paracadutisti nella prima edizione dell’Operazione “Vespri” nel 1992, l’anno successivo è cambia fisionomia organica, assumendo la denominazione di 66° Reggimento fanteria “Trieste”. Da Agosto 1993 a Marzo 1994 partecipa all’Operazione “IBIS” in Somalia, dove il 6 febbraio 1994 cade a Balad, vittima di un’imboscata di banditi somali, il Tenente Giulio Ruzzi.

Negli anni a seguire il reggimento è spesso impegnato nei balcani calcando a più riprese il territorio albanese, bosniaco e kosovaro.

Trasformato in reggimento di fanteria aeromobile nel corso del 2000 affronta un impagnativo ciclo addestrativo per validare la nuova configurazione.

da: esercito.difesa.it