Diario del Ten Mauro Pietro


I reparti paracadutisti giunsero in Africa in tempi diversi e da diverse località. Tuttavia la divisione si trovò schierata sul fronte nella prima quindicina di agosto con tutti gli organici, meno l’VIII battaglione guastatori che raggiunse la linea l’8 settembre.
Il fronte assegnato alle nostre truppe in un primo tempo fu quello denominato Forte Menton, presidiato da reparti parac. Germanici.
A mano a mano che i battaglioni arrivavano in A. S., venivano avviati verso la base logistica di El Dabà, che li riforniva di tre giorni di munizionamento e di 6 giorni di viveri ed acqua, e li avviava verso il fronte.
Il 185 Rgt., partito da Lecce era sbarcato a Derna alla fine di luglio, donde aveva proseguito per Forte Menton, subito seguito dal VII btg., con gli organici di due sole compagnie: la 19^ comandata dal Cap.  … , e la 21^, comandata dal Cap. Bianchini, poiché la 20, al comando del Cap. Bombardini, giunse in proseguo di tempo e fu trattenuta presso il XX Corpo d’Armata.
Il 187° Rgt. raggiungeva il fronte il 20 agosto con il IX btg. Ed il 21 Rgt. con il X.
La Div. Parac., provvista unicamente di armamento speciale e leggero, destinato al suo specifico compito, mancava di quanto esigeva una guerra condotta nel deserto Africano, dove l’enorme distanza delle fonti di rifornimento e le particolari necessità esigevano dotazioni di mezzi meccanizzati e gruppi mobili di artiglieria.
A Tobruk e a Derna i paracadutisti dovettero lasciare il loro paracadute ed ogni loro speranza coltivata fino all’ultimo di essere impiegati per come desideravano.
Essi si improvvisarono fanti, – fanti del deserto e ricavarono unicamente dall’intima forza spirituale della loro specialità er dall’eccezionale fisico, la possibilità di adattarsi al nuovo cimento, dando una propria impronta alla guerra nel deserto ed imponendosi per la propria audacia e per lo spirito di iniziativa.
I reparti della Folgore, al loro arrivo in A.S. furono mimetizzati sotto la denominazione di Cacciatori d’Africa (nome inventato dal Ten. Col. Bechi), e raccolti alla dipendenza del XX Corpo d’Armata.
Nel 1942 mi trovavo in licenza di convalescenza per un infortunio patito in un lancio a Tarquinia e, non appena ebbi sentore che il mio reparto partiva per la zona di operazione, riuscii a raggiungerlo, con un ordine dello Stato Maggiore che mi affidava l’incarico di corrispondente di guerra e di ufficiale di propaganda della divisione. Il Comando di Divisione esaudì il mio desiderio di destinarmi ai reparti di prima linea, anche per poter fissare fatti ed avvenimenti sulla mia macchina cinematografica di 16 mm., che avrebbero potuto interessare.