Diario del Ten Mauro Pietro


Si dovrà in seguito constatare come le battaglie africane della Divisione Folgore sia per la lontananza dei singoli reparti distesi su una linea di fronte molti vasta; sia per le esigenze di guerra che resero impossibile una linea continua di difesa e consigliarono la sistemazione a capisaldi, spesso interrotti nei collegamenti; sia per l’impronta decisa di movimento di nostre pattuglie nel campo nemico sono caratterizzate da questo spirito individualistico dei singoli reparti, che sono costretti a rifornirsi di automezzi presi al nemico, ed a sopportare la preponderante superiorità avversaria, rinunciando a chiedere ausilio di mezzi o di rinforzi ai Comandi Superiori.
Ultimati e preparativi di partenza, prendiamo posto sui pesanti S.82, che si alzano faticosamente nel cielo. Sono vicino a me il Ten. Battaglia ed il Capitano Caroli che comanda la compagnia alla quale sono aggregato.
Il viaggio da Lecce e Derna durò esattamente 5 ore, in un cielo terzo e cristallino sfolgorante di sole. Gli aerei dovettero volare a bassa quota per cercare di evitare di essere avvistati dai numerosi caccia nemici, che sorvolavano la zona, tanto più perché eravamo privi di qualsiasi arma di offesa a bordo. Alle 15 del 29 luglio la nostra compagnia sbarcò nell’aeroporto di Derna, che ci apparve come una enorme piana, battuta dal gioco dei venti, arida e rossa.
Le operazioni di sbarco dei materiali e di imbarco degli automezzi che dovranno portarci sul fronte, richiede alcune ore ed io, il Ten. Battaglia ed il Cap. Caroli ne approfittammo per inoltrarci nella città.
Siamo ansiosi di sapere notizie del fronte; il continuo andirivieni di automezzi, l’incontro con ufficiali e soldati che vengono dalle linee, ci eccita ed inasprisce il desiderio da noi coltivato nella dura scuola e delle peregrinazioni in Italia di trovarci a tu per tu col nemico.
Si respirava, allora, una particolare aria di italianità ed il nostro spirito era talmente inquadrato in un bisogno di dovere che tutta la serenità di una vita tranquilla veniva dimenticata e sorpassata da un purissimo senso di emulare le gesta di coloro, che erano arrivati sulla sponda africana prima di noi.
Derna è pressoché distrutta e disabitata:le poche case ancora in piedi sono puntellate, smozzicate, rose dalla furia dei combattimenti.
Tronchi di alberi che affiancano dritti violoni si rizzano al cielo monchi e privi di verde. Colonne di automezzi militari che vanno e vengono dal fronte portato con sé l’allegria e la freschezza di chi va o la tristezza di chi torna.
Ci viene indicato il Comando Tappa, che è insediato in una villetta, miracolosamente rimasta in piedi, dove possiamo sorbire un buon caffè, sentire la viva voce dei reduci del fronte le notizie che ci interessano.
Sono soldati feriti della Divisione Ariete, e Pavia. Le notizie sono relativamente buone; la lotta è dura, ma si attendono i rinforzi ed il nostro fronte è in continuo movimento.

Scatto alcuni primi piani e quindi ritorniamo all’aeroporto.