Diario del Ten Mauro Pietro

Io salgo sull’ambulanza, che si fermerà al Comando di Divisione, arriviamo dopo alcune ore, cercando di evitare il tiro delle artiglierie nemiche e l’incontro con camionette inglesi, che sin dalla mattina vagano nelle nostre retrovie.
Il Gen. Neozelandese Freyberg, infatti era riuscito all’alba a sfondare presso Tell el Bisa nel settore tenuto dalla Div. Trieste e Brescia e si dirigeva rapidamente verso il mare avvolgendo lo schieramento nord centro del fronte italo-tedesco ed investendo le retrovie nel nostro settore meridionale con pattuglie esploranti mobili.
Ormai si combatte nella piana di El Aqquir a 6 km dal Quartier Generale di Rommel ed automezzi nemici svolgono azioni isolate, fronteggiate dai reparti della Div. Trento e Brescia che ripiegano verso il mare che incontriamo sul nostro cammino.
Saluto il Col. Bignami ed il Magg. Verando al Comando di Divisione, anch’esso si prepara a sgombrare e proseguo verso El Dabà sulla autoambulanza.
Sulle strade vi è il trambusto ed il disordine delle disfatte.
Ci inseriamo in mezzo ad una autocolonna di automezzi, che ritornano in prima linea.
Alcuni aerei colpiscono una fila di automezzi, incendiandoli. Siamo costretti a fermarci e a rintanarci nelle forre – aperte dagli obici ai lati della strada per evitare il mitragliamento. L’autista della nostra autoambulanza viene colpito a morte ed è sostituito dal un soldato della Trento, che guidava uno dei camion incendiati. La strada è ingombra. Gli aerei si sono allontanati evidentemente perché hanno finito le munizioni. E’ prevedibile che ritornino. Sul tragitto che percorriamo anche i comandi delle varie divisioni dislocate sul fronte sono in movimento. Apprendiamo che la base logistica del X C.A. è diretta verso Fuka.
Troverò la base della nostra divisione a El Dabà?
Frattanto mentre tutto lo schieramento italo-teddesco era in ripiegamento la sua ala destra, costituita dai reparti della Folgore ed alla distanza maggiore dal mare, permaneva sulle sue posizioni, salda e conscia di aver resistito ad ogni attacco nemico.
Sembrava che l’avversario per il momento l’ignorasse e si curasse piu’ di isolarla dalle altre forze italo-tedesce e di aggirarla dalle retrovie.
A qualche chilometro della base di El Dabà incontro alcuni paracadutisti ed il cap. … , che aveva accompagnato nelle linee il Col. Camosso, … appiedati. Il Cap. … mi dice che è diretto a El Dabà per chiedere rifornimenti di viveri e munizioni, ma era stato fermato da alcune camionette di inglesi, che avevano incendiato il loro automezzo.
Si arriva, finalmente, alla base logistica che, con grande sorpresa trovo intatta. Il Cap. Beltrani è in gran da fare; egli predispone il materiale che dovrà essere sgombrato. Mi domanda notizie sul fronte e non mi nasconde la sua impressione che ormai l’attacco nemico non potrà più essere fermato. La nostra osservazione aerea aveva, il giorno prima, fotografato l’affluire dal Delta di una colonna ricca di 13.500 automezzi.
Pernotto ad El Dabà sotto la tenda del Serg. Magg. Tosone, ed il Ten. me. Valentino mi cura amorevolmente.
I nuovi avvenimenti avevano indotto il X C.A. ad ordinare l’arretramento della Div. Folgore malgrado che essa avesse mantenuto le posizioni dei Deir el Munassib e Himejnat.