Diario del Ten Mauro Pietro

Il settore sinistro del 187° era salvaguardato dai par. del Cap. Hubner, mentre il raggr. Ruspoli, consistente nel VII, VIII btg. 6^ cp. Del II btg., mirava a mantenere il collegamento tra il 187° e il 186.
Si provvide anche in quel periodo a costituire una artiglieria divisionale ed a coordinare i vari gruppi di artiglieria che erano stati decentrati ai vari battaglioni e si erano dimostrati insufficienti a sopportare e frantumare l’urto della ingente massa corazzata nemica.
In questa opera fu sagace il Colò. Boffa che riuscì ad ottenere dalla Div. Brescia un gruppo da 75/27, al comando del Magg. Lignoni e dalla Trieste uno da 100/17 al comando del Cap. Nuclei, dall’Ariete due da 88/55 e da 90/53 al comando del Cap. Grasso, mentre un gruppo misto germanico da 100 e da obici di 120, al comando del Cap. Albert, veniva assegnato al nostro settore.
Due gruppi di artiglieria di C.A., uno da 105/28 e l’altro da 149/29, venivano inoltre a rafforzare l’art. divisionale verso 8il 20 ott. .
Attraverso questi ritocchi nel sistema difensivo ed il rafforzamento sulle posizioni occupate e mantenendo continuamente e contatti con il nemico con la vigilanza delle nostre pattuglie si arrivò all’alba del 23 ottobre.
Alba umida e tetra! La nebbia offusca la vista e rende difficile e tormentata l’osservazione delle linee nemiche. Un vento di sabbia spira da ieri sollevando una polvere minuscola che mozza il respiro. Le sagome di una nostra pattuglia si delineano appena ai margini del campo minato. Rientra dal buio della notte, ed ha vigilato il nostro sonno. L’incontro con alcuni elementi neozelandesi che tentavano di avvicinarsi alle nostre linee è l’unica novità della notte. Malgrado il vento, la nebbia e l’incantesimo di un’altra alba che sorge, vi è un silenzio di tomba d’attorno, quasi il preannuncio di un destino che sta per compiersi. Ed infatti, ad un tratto, tutta la natura sobbalza, si illumina, freme sotto lo schianto continuo di una poderosa azione nemica d’artiglieria, che investe i nostri capisaldi e gli osservatori con il lancio di proietti fumogeni.
Qui inizia la battaglia, che prese il nome di El Alamein e che durò ininterrottamente dal 23 ottobre al 6 novembre 1942, investendo tutto il fronte stabilitosi dai bastioni di El Alamein per oltre 60 km. sino alla impraticabile voragine di El Qattara.
L’8^ Armata di Montgomery lanciava il suo poderoso attacco con l’intento di fare breccia nello schieramento italo-tedesco, il cui comando era stato assunto dal Gen. Summe, in assenza del Gen. Rommel, partito per Wiesbaden.
Contro il X C.A. ed il D.A.K. il nemico operava con tre Corpi d’Armata: il 30° di 4 brigate di ftr. Ed una brigata corazzata volto in direzione nord; il 16° di 7 brig. ftr., 2 brig. cor. 1 colonna volante spinta in direzione sud; il X di due div. cor., 2 brig. neozelandesi, una brig. speciale lanciato contro il centro del nostro schieramento.